Ormai siamo letteralmente invasi da richieste di amicizia, una rete di relazioni che si attiva attorno a noi a testimonianza di quanto bisogno c’è di non sentirsi mai soli – twitta questa frase! > . Un bombardamento continuo che ci accompagna in ogni momento della giornata se non altro perché ormai siamo quasi sempre connessi.
Ma la gente sa essere abbastanza sfrontata sopratutto sui social e se dal vivo a malapena ti saluta o fa finta di non conoscerti, chissà per quale oscura ragione, non esita a contattarti e non si fa problemi a chiederti l’amicizia su Facebook… udite udite anche chi vi ha appena rubato la borsetta!
La notizia: ladro rapina una ragazza, le chiede l’amicizia su Facebook e viene arrestato
Accade a Port Orchard, nello stato di Washington: un ventottenne colpisce in testa una ragazza ad un terminal del traghetto, le strappa l’iPod dalle orecchie, prende la sua borsa e scappa via. La vittima non vede in volto il suo aggressore e può dare pochi elementi alla polizia ma, per fortuna, nota un tatuaggio sul collo dello sconosciuto, un particolare che risulterà decisivo.
La notte porta consiglio (ma non certo al ladro) e il giorno dopo la ragazza apre la sua pagina Facebook ed ecco che le appare una nuova richiesta di amicizia: a primo impatto le sembra un estraneo ma guardando meglio tra le sue foto quel tatuaggio le sembra familiare… Già… era proprio il suo rapinatore che le chiedeva l’amicizia!
Chi l’avrebbe mai detto! Poco spazio ai convenevoli, c’è solo il tempo di fiondarsi dalla polizia e recuperare finalmente la refurtiva!
3 possibili ragioni per spiegare il comportamento del rapinatore
A questo punto una domanda sorge spontanea? Perché se il rapinatore se l’era scampata si è esposto in quel modo pur sapendo che avrebbe potuto essere arrestato? Non sarebbe stato meglio rimanere in incognito?
Proviamo a ipotizzare alcune possibili spiegazioni:
- desiderio di onnipotenza: il ladro si è sentito onnipotente, non gli è bastata l’idea di avercela fatta ma aveva bisogno di sentirsi invincibile, di passare il limite, di esporsi… e tutto ciò allo scopo di sentirsi ancora più potente;
- senso del rischio: il rischio può trasmettere un eccitamento molto intenso, tanto che talora, scampato il pericolo, si cerca di ricreare volontariamente delle condizioni rischiose anche a costo di mettersi in pericolo. E questo alimenta ancora di più questo eccitamento irresistibile. Pensiamo per esempio a chi ama andare sulle giostre, non è questo che avviene?
- social come veicolo di intimità: mettiamo caso che il rapinatore si sia pentito ma non riusciva a dirlo alla ragazza e allora cosa ha pensato di fare? Dietro uno schermo si riesce a lasciarsi andare, ci si sente meno giudicati e soprattutto si riesce a controllare meglio le emozioni e le parole. Potrebbe anche essere successo questo al nostro incauto rapinatore. Forse in fin dei conti voleva farsi trovare, un po’ come alle volte noi speriamo che qualcuno ci trovi o si accorga di noi!
Se così è stato, caro ladro ti perdoniamo! In ogni caso state attenti alle richieste di amicizia su Facebook – twitta questa frase! > e a proteggere la vostra vita come uno scrigno pieno di pietre preziose 😉